Sono i trafiletti di oggi che, alle volte, anticipano le grandi notizie del domani.
Da anni l’NHS chiude i propri bilanci in rosso, prevedendo quest’anno di chiudere con un deficit di 750 milioni di sterline, peraltro briciole rispetto ai 2 miliardi e mezzo di un anno fa.
Pertanto il Governo inglese, oltre a garantire sistematiche quando finora inefficaci iniezioni di capitale, ha da poco iniziato una politica di tagli agli sprechi il più possibile mirata, benché impopolare, nel tentativo di impedire tagli lineari al personale ed ai servizi (come drammaticamente avvenuto in Italia) o il definitivo collasso del sistema sanitario pubblico.
In quest’ottica si colloca la scelta di limitare le prescrizioni di farmaci che potrebbero essere comprati a minore prezzo sui banchi delle farmacie (over the counter) rispetto all’NHS charge, il costo fisso di 8.60 sterline applicato a qualunque farmaco acquistato dietro prescrizione.
Occorre infatti considerare che molti pazienti, esattamente come avviene nel nostro SSN, godono di esenzioni legate alle loro condizioni cliniche od al loro reddito e non pagano affatto, mentre molti altri farmaci, anche quando acquistati dai pazienti, presentano all’origine un costo superiore, anche doppio o triplo rispetto all’NHS charge, per cui l’ospedale subisce una perdita netta ogni volta che il farmaco viene prescritto.
Di qui la decisione adottata da molti Trust (incluso il Moorfields, che da qualche settimana ha interrotto, salvo casi specifici, la prescrizione di lubrificanti oculari) e presto dai medici di famiglia (i GP) nella zona nord-ovest di Londra di non prescrivere molti farmaci reperibili over the counter, ma di indirizzare i pazienti alla farmacia più vicina ad acquistarlo, senza consegnare la ricetta o fornendo al paziente solo un foglietto “indicativo”.
Prodotti come gli antistaminici, gli steroidi spray (entrambi prescritti in caso di allergie), la loperamide (indicata per la diarrea), il paracetamolo (la comune Tachipirina) potrebbero dunque d’ora in poi essere negati a due milioni di pazienti londinesi, non senza difficoltà, nonostante in molte catene di farmacie questi e molti altri prodotti presentino spesso un costo inferiore all’NHS charge.
Si tratta dunque di una soluzione apparentemente indolore, che però mette allo scoperto le debolezze di un sistema non più in grado di sostenere l’impatto della domanda di salute dei suoi cittadini, con le stesse metodologie finora adottate.
L’NHS riuscirà a tamponare le sue falle o si avvierà verso un drastico, epocale, drammatico cambiamento verso un sistema a doppio binario, in cui i ricchi godranno di un trattamento privato privilegiato ed a tutti gli altri resterà un sistema sanitario pubblico, pallida ombra di quello finora esistito?
Come già scritto in altri post, non nascondo il mio pessimismo.
Qui di seguito il link all’articolo dell’Evening Standard da cui ha tratto spunto il post: