Sciopero! – La campagna #scrapthecap degli infermieri inglesi

Da tanti, troppi anni gli infermieri italiani protestano per l’inadeguatezza del loro stipendio, esacerbata dall’aumento delle responsabilità professionali da cui sono stati interessati negli ultimi anni. 
Da sempre si guarda all’Inghilterra come ad un esempio di riferimento, non solo in termini di riconoscimento dell’importanza del ruolo della figura infermieristica, ma anche di equità retributiva.
E’ bene sapere che la realtà non è sempre così rosea come viene rappresentata all’estero. 
Dal 2010, infatti, Il Governo inglese ha imposto un tetto (cap) dell’1% sull’incremento annuale degli stipendi degli infermieri, slegandolo in questo modo al tasso di inflazione (peraltro piuttosto basso in questo momento in Gran Bretagna) e generando così un progressivo peggioramento del potere di acquisto reale, calcolato nella misura del 14%. 
In altri termini, l’incremento delle retribuzioni degli infermieri inglesi non ha compensato l’incremento del costo della vita, determinando un loro lento, ma costante, impoverimento di fatto. 
Spiegata in questi termini, la questione, per ora, sembrerebbe coinvolgere più politici e sindacalisti che coloro che lavorano in prima linea, ma di recente si sono diffuse notizie di infermieri costretti a rivolgersi alle food banks, comparabili al nostro Banco Alimentare.
La questione ha assunto in breve risonanza nazionale, anche in vista delle imminenti elezioni politiche annunciate dal Primo Ministro Theresa May. 
Il Labour, partito di opposizione, ha immediatamente colto la palla al balzo, dichiarando che, in caso di vittoria, andrà immediatamente ad aumentare le retribuzioni dei dipendenti dell’NHS, “overworked and underpaid”, ovvero sovraccaricati di lavoro e sottopagati”. 
I Tories, sul punto, stanno invece rivelando, finora, un atteggiamento titubante e contraddittorio, secondo i media inglesi. Basta ascoltare le risposte della stessa May e del Secretary of State for Health, ovvero del Ministro della Salute inglese, Jeremy Hunt, sulla questione degli infermieri costretti a rivolgersi alle food banks. Incalzati dal giornalista Andrew Marr della BBC, il Primo Ministro ha affermato che sussisterebbero “complex reasons”, ovvero motivazioni complesse, che porterebbero alcuni infermieri a rivolgersi ad istituti caritatevoli, mentre l’Health Secretary, pur sostenendo che gli infermieri meriterebbero un aumento della retribuzione per l’eccellente lavoro svolto, ritiene che percepiscano uno stipendio superiore a quello medio nazionale, secondo la sua opinione pari a 31.000 £ (pounds, ovvero sterline), in virtù dei turni notturni, festivi e degli straordinari svolti. 
Qui di seguito il link dell’intervista a Theresa May:
Il Primo Ministro inglese Theresa May durante l’intervista rilasciata alla BBC, nel programma The Andrew Marr Show.
Ecco invece il link al video dell’intervista dell’Health Secretary Jeremy Hunt, riportata dal quotidiano inglese The Independent: http://www.independent.co.uk/news/uk/politics/jeremy-hunt-nhs-nurses-food-banks-theresa-may-andrew-marr-show-a7722296.html .
Come se non bastasse, uno dei cavalli di battaglia degli attivisti del Brexit durante la loro vittoriosa campagna dello scorso anno, ovvero la possibilità di destinare 350 milioni di sterline alla settimana all’NHS attraverso i risparmi derivanti dall’interruzione dei versamenti all’Unione Europea, è stata definita una promessa irrealizzabile dallo stesso Hunt, che tuttavia vorrebbe incrementare i livelli di staff del Servizio Sanitario pubblico, senza però mai indicare dove ricavare le risorse per finanziare le nuove assunzioni. 
Assunzioni che peraltro si prospettano sempre più complicate, visto l’abbandono di molti infermieri, anche stranieri, proprio in virtù del (quasi) congelamento delle retribuzioni degli ultimi anni e l’aumento della pressione sul personale già assunto, a causa di un consistente incremento della domanda di servizi sanitari.  
Insomma, un quadro decisamente nebuloso e fragile, rispetto al quale, l’RCN, il principale sindacato degli infermieri inglese, che conta oltre 432.000 infermieri, ha deciso di prendere una volta per tutte provvedimenti drastici.
Nell’ambito della campagna #scrapthecap, finalizzata ad abolire il tetto dell’1%, l’RCN sta infatti consultando proprio in questi giorni i suoi numerosi iscritti, in merito alle iniziative da adottare che vanno dal rifiuto di svolgere straordinari sino allo sciopero vero e proprio.
A tal proposito, l’azione del sindacato inglese offre uno spunto interessante, in vista di iniziative da intraprendere anche in Italia.
Lo strumento di consultazione prescelto è infatti il sondaggio online, a cui ho risposto anch’io (sono iscritto dal 2015). Si tratta, in buona sostanza, di un questionario cui dedicare attenzione per un paio di minuti, rispondendo a poche semplici domande ed esprimendo la propria opinione su un tema, quello della lotta sindacale degli infermieri inglesi, che diventerà sempre più caldo nei prossimi mesi.
Infermieri di tutta l’Inghilterra, unitevi!
E in Italia?
   

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