Outbreak di cheratite da Acanthamoeba nel Sud-Est dell’Inghilterra.

La cheratite da acanthamoeba è causata da un protozoo che vive nell’acqua che beviamo e con cui ci laviamo tutti i giorni. È generalmente innocuo, ma se ospitato in un ambiente favorevole alla sua riproduzione, come quello caldo/umido che si crea tra l’epitelio corneale e le lenti a contatto, causa una gravissima infezione che può portare a cecità in pochi giorni, tra dolori lancinanti. Dei pazienti affetti, un quarto presenta una acuità visiva ridotta al 25% o meno e molti devono sottoporsi ad un trapianto corneale, mentre le visite di follow up si protraggono per ben 18 mesi.

È inoltre una infezione difficilissima da diagnosticare (occorre un microscopio confocale, ce ne sono solo 4 in tutto il Regno Unito) e da trattare (i protocolli terapeutici sono ancora empirici e l’unico farmaco approvato è il poliesametilene biguanide 0.2% – PHMB).
Nell’85% dei casi, come già accennato, i pazienti che ne sono affetti sono portatori di lenti a contatto che non osservano una meticolosa igiene nell’utilizzo di questo presidio ed in particolar modo non rispettano la regola delle “3S”:
– don’t shower (non fare la doccia con le lenti a contatto);
– don’t sleep (non dormirci senza prima toglierle);
– don’t swim (non nuotarci in una piscina).

In teoria, la cheratite da acanthamoeba rappresenta una patologia oculistica rara, interessando solo 2,5 pazienti su 100.000 nel Sud-Est dell’Inghilterra e 1 su 100.000 in Europa, ma un recentissimo studio case/control del Moorfields Eye Hospital di Londra ha rivelato che il numero dei casi di acanthamoeba è sensibilmente incrementato, passando da 8/10 casi l’anno nel periodo 2000/2003, a 35/65 nel triennio 2011/2014 nel Sud-Est dell’Inghilterra.

I ricercatori hanno esplorato molti possibili fattori di rischio, riscontrando comunque un’incidenza dell’infezione tre volte più elevata in chi aveva una scarsa igiene nell’uso di lenti a contatto, oppure le indossava in doccia o nella vasca da bagno. Ancora, si è notata una correlazione tra la patologia e l’uso di un disinfettante per lenti a contatto denominato Oxipol, ora dismesso dalla industria produttrice.
In generale, nel Regno Unito l’incidenza della cheratite da acanthamoeba è superiore ad altri Paesi, anche per via della presenza di una elevata percentuale di sali minerali (acqua dura) nell’acqua per uso domestico, ma è comunque improbabile, secondo gli autori dello studio, che uno solo dei fattori, considerato individualmente, sia responsabile dell’outbreak dell’infezione.

Luigi D’Onofrio

Riferimenti: Carnt N., Hoffman J.J., Verma S., et al, “Acanthamoeba keratitis: confirmation of the UK outbreak and a prospective case-control study identifying contributing risk factors”, British Journal of Ophthalmology, published online first: 19 September 2018. doi:10.1136/bjophthalmol-2018-312544